3 apr 2013

STORIA AUTOBIOGRAFICA DI UN MOBILE PREMIATO


STORIA AUTOBIOGRAFICA  DI UN MOBILE PREMIATO

Seduto sopra delle assi di legno nella mia bottega, penso al mobile che ho appena finito di costruire. A dire il vero mi sembra un mobile strano, dei cubi intarsiati che girano su dei cuscinetti chiusi da un telaio. 
Il modello è formato da tre elementi composti da una intelaiatura cubica dove al suo interno girano gli elementi intarsiati nelle quattro facce. Ogni cubo intarsiato è un contenitore che si apre tramite uno sportello o diviso a cassetti. L'intento progettuale e della realizzazione delle tarsie, di questo manufatto, si ispirano al periodo rinascimentale dove la tarsia ha avuto il suo periodo più importante. L'idea di trasportare quella che era la grande stagione della tarsia prospettica in età moderna è l'obbiettivo e l'intento che da tempo mi balena nella mente, e questo prototipo mi sembra che chiuda il cerchio dei miei obbiettivi.




Le tarsie incrostate nel mobile, sono interpretazioni personali, uno riguardante la storia della vera croce di Piero della Francesca, che fu tra i più importanti pittori rinascimentali che disegnò cartoni delle tarsie per i Canozzi da Lendinara e fu uno dei più importanti teorici insieme al suo compaesano Luca Pacioli, matematico, della prospettiva. L'altra iconografia è una mia interpretazione intarsiata ripresa da un basso rilievo dello scultore Gian Franco Giorni che rappresenta uno scorcio del mio paese di Anghiari . Le esecuzioni intarsiate si susseguono in ogni cubo specularmente, variano per colorazione o al naturale, creando così un elemento uno diverso dall'altro. Ogni modulo cubico e un corpo a se e può comporre anche un mobile componibile, disposto a fianco o disposto unendo gli spigoli delle strutture o con altre soluzioni di convenienza. Si possono formare con questi elementi tavoli mobili basi o torri come in questo caso. 
Tutti i legni usati sono nazionali provenienti dai nostri boschi, per rispettare la filologia e la coerenza storica che questo mobile vuole rappresentare. Il legno di faggio ad essiccazione naturale, l'ho usato per la struttura cubica, il listellato di pioppo per la costruzione dei cubi . Le tarsie sono state eseguite con listre di 3 millimetri ricavate da tavole di noce, acero, ciliegio, pero, faggio, quercia, bosso, frassino, faggio, sorbo, quercia annegata, cipresso e pruno. Sono contento e soddisfatto del risultato e come sempre mi succede l'attimo di gioia dura poco, pochi secondi e poi il lavoro fatto mi sembra già sorpassato, archiviato. 
Il risultato e frutto di una serie di elementi delle esperienze vissute nella mia attività formativa.


Nella testa mi rinviene tutti i passaggi i confronti gli insegnamenti che mi hanno dato o forse meglio dire che ho carpito da artisti artigiani, storici dell'arte, intellettuali e da varie ricerche e studio su libri.
Pensare che se devo fare i conti con il tempo, per creare un mobile ci possono volere degli anni, non di lavoro ma di esperienze che si accumulano e poi si sviluppano. Da come si capisce da questa premessa vorrei ripercorrere nella mia mente le fasi forse più significative, quelle che ti lasciano un segno indelebile e che hanno contribuito a costruire un semplice mobile fatto di legno ma pieno e intriso di esperienze di vita. 

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