9 apr 2013

il Preside Giuseppe Nomi


Il Beppe Nomi

Tarsia che esegui  durante l'anno d'insegnamento, da
dove ho ripreso il logo per la mia bottega

Come penso per tutti il primo giorno di scuola alle superiori è una data da ricordare, mi ricordo entrando nella scuola percorrendo le scale di accesso alle aule, che sopra la nostra testa c'era posizionato a modi falco il preside Nomi che ci osservava a uno a uno con uno sguardo intimidatorio e truce, visto anche il suo aspetto non esaltante caratterizzato da occhi semi chiusi, che ti perlustravano come uno scanner, sembrava più di entrare in convento davanti al priore che a scuola. La presenza del preside Nomi durò poco, perché venne trasferito a Saluzzo ma il personaggio lo ritrovai dopo tanti anni quando mi capitò la fortuna d'insegnare per un anno scolastico nella mia scuola. I presidi come tutti gli insegnanti sanno hanno su di te il potere di vita o di morte, per ciò che concerne l'insegnamento, a me mi era toccata la morte visto che dopo pochi mesi che facevo la supplenza aveva già deciso la mia alternanza con un ragazzo, figlio d'insegnanti, che ancora non aveva finito di studiare, infatti ero io il suo docente di laboratorio di tarsia. Ma a parte i miei giustificati rancori il Beppe Nomi, Giuseppe all'anagrafe, inconsapevolmente mi dette qualche dritta sulla tarsia.
Infatti il preside era un ostinato cultore della filologia e della tarsia pittorica e prospettica rinascimentale e non gli piaceva tutte le derivazioni fantasiose della tarsia chiamata da molti insegnanti moderna. Forse per lui ogni opera anche di fantasia non doveva essere una cosa "naif" ma qualcosa che deriva sempre da uno studio attento e a un percorso filologico. A me questa cosa del Nomi mi colpì e di fatti ripulii il laboratorio di tarsia da tutti quei lavori che erano stati fatti per esercitazione, senza a mio avviso, ad un criterio di studio preciso e rispolverai tutte le copie filologiche di intarsi rinascimentali accantonate da una parte in uno scantinato. Questa operazione di ripristino non la feci tanto per imbonirmi il preside, tanto oramai aveva già segnato il mio destino, ma perché in quelle tarsie c'erano dei significati che dovevo ancora capire ma ero sicuro di fare una scelta giusta per la causa d'insegnamento della materia.

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