MAESTRO ARTIGIANO
BOTTEGA SCUOLA
Riflessioni sulla perdita
dei mestieri Artistici, Tradizionali e al Restauro.
Nella mia bottega scuola passano
sporadicamente turisti e clienti ai quali ho il piacere di far conoscere la mia
attività, che riguarda principalmente la lavorazione del legno e il suo
restauro.
La domanda che ricorre sempre
ha il solito interrogativo, dopo di lei chi porterà avanti la sua attività e il
suo saper fare?
In questi incontri nella mia
bottega, e nelle pubblicazioni che scrivo nelle mie website, blog e social,
documento gli interventi di restauro e corsi sulle arti applicate inerenti alle
discipline legate alla lavorazione del legno e alla sua conservazione.
Le nuove
tecnologie aiutano e tramite loro, danno la visibilità, oltre a documentare i
miei interventi, cerco anche di suscitare un interesse sul tema della mancanza
di professionalità e perdita della cultura dei mestieri artistici tradizionali.
Cofanetto prima dell'intervento di restauro |
Un'altra cosa che non capii, quando mi incaricarono dal
Provveditorato per la cattedra di intarsio, perché un artigiano iscritto non
poteva insegnare, invece un architetto o libero professionista poteva praticare
la libera professione e al tempo stesso insegnare.
cofanetto dopo l'intervento di restauro |
La mia opinione è che tra pochi anni anche il restauro subirà questa china, visto che
diventerà un dottorato, dove si formeranno molti teorici e professionisti
laureati che non sapranno praticare a fondo le arti e le conoscenze del
mestiere.
Lavorando prevalente per gallerie d'arte mi sono capitati In questi ultimi anni restauri molto importanti, su cofanetti intarsiati risalenti al periodo prerinascimentale, attribuiti alla bottega degli Embriachi.
La mia risposta, è stata immediata, nello specificare che come nella mia bottega opero prevalentemente interventi di restauro estetico. Sapevo benissimo, da anni di onorevole carriera, e molti confronti teorici e pratici sul problema della conservazione, che il manufatto doveva rispettare le regole dettate dalla carta del restauro di Cesare Brandi, che tutte le Soprintendenze e Fondazioni rispettano rigorosamente a riguardo degli interventi di restauro.
Stato do conservazione del cofanetto in restauro UIA Venezia |
Nei vari corsi di
formazione, prima da allievo e poi da docente Maestro Artigiano, mi sono sempre
raffrontato, su come procedere e usare materiali per un intervento di restauro,
con responsabili di Musei, Soprintendenze restauratori che operano
prevalentemente per Enti. Non sono una persona che va contro corrente e approvo
in pieno le indicazioni della carta del restauro, specialmente quando si tratta
di opere pittoriche e sculture. La mia obiezione è relativa alle mie esperienze
di interventi che ho eseguito nel corso del tempo in mobili e oggetti prevalentemente
di legno con la specifica dell'intarsio.
Le mie riflessioni
vengono da lontano da quando ero studente dove, durante le lezioni di restauro,
ci insegnavano come effettuare un intervento chiamato scientifico, che
riguardava la conservazione, come azione critica preoccupati di dare dei
canoni, più corretti possibili, da applicare ad un intervento di restauro; con
l'intento di far leggere qualsiasi azione reintegrativa apportata ad un'opera
per non incorrere nel falso storico.
scrittoio restaurato ISA di Anghiari anni 60 Museo Taglieschi |
Frequentavo il
secondo anno della scuola d'Arte mi venne affidato il compito di restaurare, durante
le lezioni di laboratorio, un tavolo neoclassico mancante di due gambe a forma
piramidale tipiche del periodo Luigi XVI°. Ci furono diversi punti di vista da
parte dell'insegnante di come ricostruire le due gambe mancanti. Io nella mia
ignoranza delle prime armi credevo cosa giusta, che fossero ricostruite uguali
a quelle originali che avevamo a disposizione nel tavolo.
Qualche insegnante
per non correre il pericolo del falso le voleva fare in plexiglas, o in legno
diverso per far capire le parti ricostruite. Alla fine il restauro fu eseguito copiando le
gambe mancanti da quelle originali.
Penso che la scelta sia
stata giusta, visto che non era poi così difficile capire e senza dubbio incorrere
in un restauro arbitrario avendo a disposizione le gambe originali. Certo se
non avessimo potuto avere informazioni certe, sicuramente si poteva incorrere in un falso
storico, che avviene molto spesso quando si lavora per mercanti, che devono avere
un profitto su tali oggetti.
La mia riflessione tornando alla cassetta in questione e di come affronterei il restauro di questo manufatto, non capendo perché ci si ostina ad essere rigidi sugli interventi di restauro quando abbiamo informazioni sicure, specialmente quando abbiamo decorazioni intarsiate geometriche ripetitive, quindi matematiche, il falso o l'intervento arbitrario non può essere preso in considerazione.
Stato di conservazione del cofanetto prima degli interventi di restauro, documentati i materiali usati per il restauro reintegrativo |
Un mobile o un cofanetto ha
una sua architettura come un palazzo ed è di difficile interpretazione
arbitraria sulla reintegrazione di cornici e decorazioni speculari o ripetitive,
chiaramente sempre avendo dei riferimenti indiscussi. Perché non possono essere
reintegrati ridando vita e dignità ad un oggetto che così mal ridotto anche se
destinato ad un museo, non può ritornare
a brillare di luce propria, invece di essere un moncherino, originale?
Anche se si vuole rimanere rigidi sugli interventi conservativi, perché non riprendere le indicazioni che mi davano quando frequentavo la mia scuola d'arte riprendere la tecnica filosofica della anastilosi, reintegrando gli intarsi con piccole differenze o con essenze simili ma diverse dall'originali per far evidenziare l'intervento di restauro.
Ritornando all'inizio delle mie riflessioni, mi sto accorgendo, che il saper fare e la conoscenza delle vecchie tecniche, che riguardano la mia materia legata al restauro degli arredi lignei, si sta piano, piano, assottigliando Il restauro può essere quella "pratica" che tramanda e tiene in vita la cultura dei mestieri e delle tecniche antiche. Certo che ci vogliono operatori manualmente e mentalmente preparati con adeguata formazione per operare un restauro. Sicuramente persone formate su basi, non solo teoriche ma anche pratiche, avranno una sensibilità di come valutare e affrontare un restauro, sapendosi fermare a qualunque operazione che possa danneggiare un oggetto.
Il sapere e la cultura delle arti proprietà
dei Maestri Artigiani, che non sono stati presi in considerazione, attualmente
nella qualifica sul restauro, un giorno come la fenice ritorneranno ad essere
protagonisti.
Nel frattempo scrivo un mio libro di memorie e documentazioni sugli interventi di restauro che ho eseguito durante i miei quarant'anni di attività, che forse pubblicherò prossimamente .
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